08 novembre 2020

USA sono uno stato, UE è un consorzio


 

In questi giorni abbiamo assistito e trepidato per gli Usa e il suo nuovo “Comandante in Capo”, che poi in fondo è anche il “nostro”. Si, avete capito benissimo, noi (italiani) siamo consapevolmente “sudditi” del polo geopolitico Usa, e il resto della UE lo è altrettanto, con sfumature diverse.

Non sono convinto che ci sarà un cambiamento molto marcato, nella sostanza, tra Biden e Trump poiché la traiettoria degli USA è tracciata da tempo; non comanda il Presidente ma un complesso circuito parlamentare e di lobbies in cui il Presidente da indirizzo e mediazione ma attraverso compromessi infiniti.

Sono convinto che chi domina l’Europa domina economicamente il mondo, e noi europei siamo “solo” un’entità geografica che si è consorziata con intelligenza e lungimiranza per aumentare (nelle intenzioni e anche nella sostanza) il nostro benessere e il nostro progresso, finchè un muro ci divideva dai cattivi (crollato nell’89). Poi tra slanci in avanti e forze centrifughe siamo qui a guardarci e capire che dobbiamo fare.

“America first” significa “UE second”, e da parte loro è ben comprensibile; Trump è andato più in là, ha aiutato ogni movimento antieuropeo per indebolire ciò che era già debole, con un unico obiettivo: la Germania e i suoi rapporti con la Russia, unica vera paura americana; più la UE è divisa più è controllabile e addomesticabile.

“L'unione è il principale attore economico-commerciale mondiale. Il 15% delle merci esportate nel mondo sono europee; la Cina rappresenta il 16%, gli Stati Uniti l'11%; se si parla di importazioni gli Stati Uniti importano il 16% delle merci mondiali, l'unione europea il 14%, la Cina il 13%.

In altre parole l'Unione europea e la Cina vendono più di quanto comprano (segno di fondamentali economici "sani", direbbe un economista). Le percentuali, qualora il Regno Unito fosse rimasto nell'Unione europea sarebbero oggi del 18% per l'Unione (quindi superiore alla Cina) per quanto riguarda le importazioni e del 18% per le esportazioni: il Regno Unito infatti importa più di quanto esporti.

L'avanzo della bilancia commerciale europea è quindi positivo per circa 200 miliardi di euro. I paesi europei che esportano di più verso l'estero sono la Germania (il 30% della quota complessiva europea), la Francia (12%), l'Italia (11%).

Sul piano commerciale quindi, l'unione europea è sempre stata davanti, sin dalla fine degli anni '70, agli Stati Uniti; il PIL (prodotto interno lordo), misura ottusa della produzione economica ma in molti sensi rappresentativa, vede Unione europea e Stati Uniti sostanzialmente appaiati, con un lieve margine di superiorità per gli Usa; se non vi fosse stata la Brexit l'Unione europea avrebbe un PIL equivalente a quello USA.

Indicatori economici aridi, si dirà; certo, ma in qualche modo rappresentativi di una realtà che "guida" la capacità delle economie sviluppate di relazionarsi con il resto del mondo.

Ovviamente l'unione europea è superiore agli Stati Uniti per numero di abitanti: circa 150 milioni in più; ma questo non è certo un record. Dove invece di europei sono superiori agli Stati Uniti (e alla Cina, potenza ormai affermata sulla scena economica internazionale) è nel campo della qualità della vita. Il che non vuol dire solo fiorellini, boschi e riviere o cucina: vuol dire anche qualità del servizio pubblico sanitario (pubblico significa sia universale sia a basso costo), tutela dei diritti, servizi sociali, previdenza e tutto ciò che con una parola abusata si chiama Welfare.” (Aut. Piero Graglia)

Ma l’Europa è un’espressone geografica, la UE non è una nazione, non lo è oggi e non lo sarà ancora per molti anni, decenni; è una geniale aggregazione di nazioni reali e indipendenti che si sono date delle regole comuni per il commercio, libera circolazione, ecc..  e una parte della finanza ma in cui prevalgono, e prevarranno, le politiche e gli interessi nazionali. Per fare un esempio, gli Stati Uniti sono un insieme di 52 palline di acciaio che girano su se stesse a diverse velocità ma stanno tutte ben attaccate alle altre (ben calamitate da forza centripeta), la UE è composta da 27 palline di acciaio che girano su se stesse a diverse velocità ma, se pur calamitate, subiscono forze centrifughe, cozzano spesso tra loro o si allontanano a turno e ritornano con le altre pronte a ripartire (tranne la pallina GB che se n’è andata) 

Marco Cestelli

Nessun commento:

Posta un commento

Sii gentile, sii educato, sii costruttivo

Vogliamo “li sordi che ci cacciano in tasca dall’Europa, quelli che cce devono da”.

  Ho la spiacevole, ma netta, sensazione che il "glorioso popolo italico" non abbia contezza di cosa sia il  Piano Nazionale di Ri...