Un po’ di anni fa ho passato una settimana a San Francisco, questa è la mia esperienza diretta degli USA. Non mi è piaciuta per niente, non ho colto il fascino dell’America, l’ho trovata bruttina e piena di contraddizioni; le strade piene di barboni, di colore o ispanici, realmente grassi e brutti; poche cose davvero interessanti, belle, eppure l’ho girata un po’ tutta. Poche persone attraenti, tanto meno le donne eppure la California non era la patria di Baywatch? Allora ho fatto cose viste nei film: una lungo caffè in libreria, fast food, ho giocato a scacchi nel parco a 1$ a vittoria, megastore Nike, birra Budweiser in un locale (pessima), cena di beneficienza in un hotel, ho incontrato il sindaco nero, ho visto l’arrivo di 11 volanti di polizia in un negozio con morto e un arrestato (entrambi neri, come da copione). Domenica mattina andai anche a sentire una messa evangelica, quelle col predicatore e la gente che cantava e ballava e diceva “amen”, “si, proprio così”, “Alleluya” ad ogni affermazione del pulpito.
Film e serie tv Made in USA ne ho viste a centinaia (forse
più) come tutti ed ho capito che non fanno vedere quasi mai l’America per
quello che è: nello schermo i grassi praticamente non ci sono, oppure sono
eccezioni, oppure sono neri, oppure sono personaggi negativi. Però amano
davvero la loro patria e la bandiera “stars and stripes”. E ho capito che,
fuori dalle telecamere, gli americani sono spessissimo di una ignoranza
insospettata e insospettabile. Accettano cose che per noi sono incomprensibili,
armi ovunque, scuole costosissime che troppo spesso emarginano le persone, la
sanità gelosamente privatistica (in genere), milioni di carcerati, suprematisti,
razzisti, antirazzisti, comunità etniche e culturali, lobby (lecitissime) e
gruppi di potere, diversità geografiche ed etniche da far impallidire il nostro
nord/sud.
Ora eleggono il Presidente, e lo eleggono anche per noi,
piaccia o non piaccia è così. Gli USA sono il nostro “padrone” e a noi piace
molto questa cosa, non a parole ma nei fatti. Loro ci dicono, da 70 anni, “voi
pensate all’economia, fate del vostro meglio, state bene e non rompete troppo
le palle; al resto, alla geopolitica, pensiamo noi. E zitti (ma con gentilezza)”.
Loro giudicano tutto e tutti perché controllano completamente i commerci
mondiali marittimi (90% del totale), controllano tutti gli stretti geografici,
le armi più avanzate, i sistemi finanziari, bancari, il petrolio (in buona
misura), ci dicono chi è buono e chi cattivo (sanzioni), quali teatri diplomatici
e bellici, controllano una buona fetta dell’ONU, della NATO; del WTO, ecc., e
comprano tanto, tantissimo (una nazione che può produrre tutto in realtà compra
fuori per avere pressioni su tutti i mercati). La Cina è l’eccezione a questo
quadro, e infatti sono riottosi e nel loro mirino, ma davanti al mare cinese ci
sono già due portaerei, non si sa mai.
Il Presidente USA è anche affare nostro, ci piaccia o meno:
si sfidano un 74enne e un 78enne, non è una bella cosa di per se’. Trump mi
sembra un Salvini che “ce l’ha fatta”, Biden un feticcio malmesso che sta in
piedi col Gerovital (ma conta per tirare la volata alla sua Vice), gli Usa sceglieranno
come credono ma a noi italiani/europei interessa che il prossimo presidente sia
impegnato a “coprirci” sul versante economico e bellico, di geopolitica, che
non si disimpegni e non ci costringa a prendere decisioni autonome, che rimanga
ago della bilancia nelle dispute internazionali, che rimanga parte attiva in
ogni settore affinchè si possa rimandare più a lungo possibile il verificarsi
di nuovi scenari internazionali in cui l’occidente e ancora fragile e disunito.
GOD SAVE AMERICA, però pensare che decidano quelli brutti armati e ignoranti …
ah già, succede anche da noi.
Marco Cestelli
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