09 ottobre 2020

La Chiesa tra neopaganesimo e il supermercato etico


 

Mi lascia molto perplesso quello che leggo, da parte di molti, nei confronti di Papa Francesco. Da laico praticante (che pratica la laicità) mi interrogo spesso sul mio rapporto con il Divino e sul ruolo di Santa Romana Chiesa, che apprezzo per le sue coerenze e come depositario di una grossa parte della nostra cultura. Eppure vedo la nostra società che si comporta con la Chiesa in modo strano, per me incomprensibile, pretendendo di piegarla alle nostre inclinazioni e non alla Sua essenza. Vorremmo un supermercato etico; un luogo dove si va, idealmente, a cogliere solo le cose che ci piacciono: è contro la fame nel mondo? Mi piace, idealmente metto questo concetto sul carrello. Valori universali per aiutare i poveri e i derelitti? Mi piace, carrello. Come? Anche i neri che sbarcano? No, questo no, lascio stare. Papa Francesco è contro l’odio che viene coltivato dai social? Non l’ho capita, vabbè, passo oltre. La Chiesa difende l’amore e l’unità della famiglia e la gioia della generazione dei figli? E… fanno presto ‘sti preti a parlare di figli e famiglia, che cazzo ne sanno loro!? E i preti pedofili? La povertà poi … hai visto quanti soldi ha il Papa nel suo conto corrente? Rubano anche loro, nonostante il settimo comandamento.

Mi sembra che la nostra società voglia la Chiesa come il vecchio PCI, io non sono mai stato comunista ma a Milano andavo alla mega festa dell’Unità perché si mangiava molto bene e si spendeva poco. “State lì dove siete, tenete aperte le chiese, predicate quello che vi pare, impartite i sacramenti, santificate le feste e non rompete le palle”.

Ecco il problema: non sappiamo rinunciare ai riti e alle tradizioni ma non vogliamo confrontarci con esse, vorremmo che il Presepe fosse una rappresentazione di miniaturizzazione di una scena teatrale che premia i nostri ricordi e la nostra tradizione senza conoscere il testo e il significato, così Pasqua con le uova e i coniglietti di cioccolato. Molti hanno al collo crocifissi e madonne come amuleti contro il malocchio, magari pregano pure per la salute di un parente o per un esame scolastico, c’è anche chi va a Pompei per mettere un cero alla “madonna più famosa”, oppure è praticamente ateo ma crede in Padre Pio.

La Chiesa è un insieme di debolezze umane e riferimenti divini, in quasi 2000 anni di storia è stata di tutto e di più, ha maturato una dialettica mostruosa ed enciclopedica, eppure ha un solo riferimento “fisico” certo, la Parola di Dio, le Sacre Scritture. Non le legge nessuno, si citano frasi pronte all’uso come gli aforismi latini ma non si studiano, pretendendo poi di discettarne sopra. Ma sono proprio quelle Scritture che fanno dire al Papa quello che dice contro la ricchezza sterile, contro la caduta di valori, contro la fame e la povertà, per gli Ultimi di tutto il mondo, contro i nostri piccoli o grandi egoismi, promuovendo un dialogo con religioni e sentimenti, usi e costumi diversi, e molto altro ancora. Si può dissentire tranquillamente, si può ignorare senza problema, si può anche irridere se vi piace, ma non si può piegare ai nostri desideri perché diventa culturalmente disonesto.

Invece ci piacerebbe che la Chiesa fosse il baluardo della nostra civiltà verso i musulmani che ci invadono, e vorremmo usarla come lo scudo “bianco” verso coloro che mettono in crisi il nostro “benessere” occidentale. Addirittura una parte politica, cospicua e in crescita, agita i crocifissi e i rosari per accreditarsi all'opinione pubblica come i paladini della buona tradizione e difensori del palinsesto di “buone pratiche cristiane” (ma laiche). Per me è culturalmente delinquenziale e fuorviante.

Che il neopaganesimo sia imperante è una probabilità, soprattutto dopo una recente ricerca telefonica, effettuata su un campione nazionale di cattolici praticanti, ha stabilito che al 70% dei contattati è capitato di invocare l'aiuto di un santo. Di questi, il 31% si è rivolto a Padre Pio, il 25% a Sant'Antonio, il 9% alla Madonna. Seguono col 7% San Francesco, col 4% Santa Rita e San Giuseppe, col 2% Gesù, con l'1% San Gennaro, San Rocco, Madre Teresa di Calcutta, Sant'Agata e San Gerardo. "Il fatto che la Madonna e Gesù sono pochissimo invocati  e che la preferenza va ai santi, che non si capisce che i piani sono diversi, è il segno che i nostri cristiani sono ignorantissimi, dopo anni di catechesi e di ora di religione".

Ecco, smettiamola di dire al Papa quello che deve o dovrebbe dire, la religione non risiede nel santino attaccato in auto o a quello che si tiene nel portafoglio. Si può essere laici o atei ma non mistificatori religiosi o culturali.

Marco Cestelli

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