30 luglio 2020

Si può essere liberi di morire? Vorrei poter scegliere


Ci siamo sempre posti il problema di vivere, sopravvivere, curare, guarire, salvare; da millenni lottiamo contro la morte e la sofferenza ed è stata una corsa continua verso il progresso della medicina e della ricerca sociale per alleviare forme di degrado ambientale e sociale per dare "più vita", più anni di esistenza.

Alle stesso tempo, negli stessi millenni, abbiamo studiato come togliere la vita in modo efficace e distruttivo, dalla clava ai missili nucleari ipersonici, introducendo il concetto fondamentale di scelta di morte lecita e illecita, la morte altrui per preservare un benessere, un vantaggio e un egoismo.

Può l'uomo decidere della vita di un altro uomo? La risposta è sempre stata "sì" dicendo sempre di "no".
Le religioni sono state, per millenni, le depositarie del concetto di morte e post morte, di quanto c'è prima e soprattutto dopo, ma hanno sempre ucciso e permesso di uccidere: la Bibbia è piena di omicidi e genocidi, il Cristianesimo ci dice la che la vita è un dono di Dio ma "uccideteli pure tutti, Dio sceglierà i suoi", la pena di morte in Vaticano è stata legale dal 1929 al 1969, prevista in caso di tentato omicidio del papa. Venne formalmente rimossa dalla Legge fondamentale solo il 12 febbraio 2001, su iniziativa di Papa Giovanni Paolo II. Per i musulmani mi sembra che il concetto di omicidio sia ben concepito, se di infedeli anche con premi nell'aldilà.  

Eppure siamo spesso confusi sul concetto di morte degli uomini se è vero che ci commuoviamo per un delfino spiaggiato e meno per i bambini che muoiono di naufragio.

Insomma in tutta questa confusione sul diritto alla vita ci si dimentica del diritto di morire. Migliaia di persone che vogliono andare in cliniche svizzere per una morte assistita; oppure cercare un medico pietoso e compiacente il quale, rischiando grosso (omicidio volontario), stacca una spina, inietta qualcosa, per sollevare il pianto dei congiunti davanti ad una vita terminale e sofferente. 

Anche sul concetto di sofferenza c'è molta presunzione, direi. Personalmente vorrei la libertà di togliermi la vita in modo dignitoso e quando desidero farlo e per mie motivazioni. Vorrei ci fosse un "kit della buona morte", una scatola con pasticche che ti fanno addormentare e poi morire nel sonno in modo lieve e con piena dignità. Invece se oggi volessi suicidarmi dovrei procurarmi barbiturici, corde per impiccagione, pistole, lamette, insomma cose che renderebbero difficile (e incerta) l'esecuzione e dolorosa l'applicazione. 

Si può decidere di essere stanchi di vivere? Si può togliere la propria presenza al mondo in modo dignitoso? Si può non aver più voglia di proseguire il viaggio della vita scendendo dal "treno"? Ho il diritto di essere vigliacco e non aver il coraggio di affrontare quello che la vita mi riserva? Oppure qualcuno (oltre alla mia coscienza) può o deve decidere per me?

Mi piacerebbe sapere la Vostra opinione

(Mentalmente Normale, NormaMentale, Marco Cestelli)

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