27 agosto 2020

Abbiate comprensione per le donne di Briatore, siamo “noi”.

 

Belle, realmente giovani o “aggiustate”, abbronzate con garbo e levigate, labbra strette e pronunciate sotto uno sguardo di sfida alla sfiga altrui, labbra sospette di “turgido vigore” iniettato, labbra come vagine che promettono paradisi sensoriali a fine serata. I ragazzi? Belli, anche loro, curatissimi e dal sopracciglio rifatto. Tutti insieme in un grande casting al Billionaire, ce li abbiamo messi noi in quel palcoscenico, nel gran premio dell’edonismo, nella palestra per fotografi da rotocalco. Lo abbiamo fatto da anni e anni, da quando abbiamo osannato le “ragazze del Drive In” oppure le “ragazze coccodè”, poi le veline e le letterine, le mogli dei calciatori, giocatori in buona parte ignoranti come le capre ma ricchi, status symbol a garanzia di essere davvero, definitivamente gnocca; ecco, se la Bocconi è la garanzia di altissimi studi il Billionaire è la certificazione della gnocca, un attestato perenne di appetibilità assoluta, anche a futura memoria.

Ma oltre ad aver allestito noi questo paradiso di futili desideri, di vanesie speranze, di progetti effimeri come diventare l’amante, per poco o per molto, di un uomo ricco che ti renderà un po’ celebre e un po’ più ricca, lo critichiamo come teatro dei più bassi e riprovevoli disvalori, lo stigmatizziamo come la negazione dei veri valori esistenziali come lo studio, il lavoro, i figli, la famiglia… l’amore. È falso, è ingiusto, è solo uno sfogo personale non scevro da latenti fattori di invidia: i poveri e i brutti non studiano di più, non amano di più, non fanno più figli, non divorziano di meno; siamo tutti parte della stessa cultura sociale e delle stesse miserie. La povertà (o normalità) non è garanzia di valori migliori, questa è solo il retaggio che ci viene dai film, dai romanzi, dal cattolicesimo strisciante che ha permeato (anche molto correttamente) la nostra visione del mondo.

Ma ho una notizia per tutti noi: sui social abbiamo creato un Billionaire virtuale. Ma questo lo approfondirò in una prossima pubblicazione. Vi lascio con due perle di saggezza:

“La ricchezza non rende felici, figuriamoci la miseria” (Woody Allen)

Ci si innamora a vent'anni: dopo si innamorano soltanto le cameriere.” (Gianni Agnelli)

Mentalmente Normale, NormaMentale, Marco Cestelli

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