08 settembre 2020

Il Virus e il prossimo scontro sociale


 

La pandemia ci sta regalando delle meravigliose sorprese, delle novità eclatanti, mi spiace di non essere un sociologo o un antropologo perché vivrei in una Disney-land permanente.

Si sta scavando un fossato profondo, in Italia, tra i garantiti e i precari: da una parte i dipendenti statali e i pensionati (circa 20 milioni di persone), dall’altra i dipendenti privati, professionisti e disoccupati (circa 21 milioni di persone). Non è una gara paritetica perché i primi hanno garanzie pregresse da “contratto”, ben sindacalizzati e con diritti acquisiti; i secondi molto meno e anche per niente, anzi molti passeranno da stipendiati a precari o disoccupati, altri se la caveranno egregiamente. Di sicuro i primi dipendono dalla creazione della ricchezza dei secondi e questa diminuirà con certezza nei prossimi mesi.

Eppure i “garantiti” stanno studiando di tutto per non esporsi al virus mentre i secondi, a parte lo Smart working e le teleconferenze, farebbero di tutto per esporsi al rischio (nei limiti). Un ristoratore o un negoziante probabilmente indosserebbe una tuta tipo Chernobyl oppure lo scafandro dei palombari pur di vedere il suo locale pieno come ai bei tempi, laverebbe mani e piedi come il giovedì santo ai propri dipendenti per renderli immuni e pagarli come prima.

I dipendenti della PA, escluso scuola e sanità, insomma quelli degli uffici, rimarranno a lavorare da casa per il 50% fino a termine 2020, e spesso senza rispondere al telefono al pubblico (diciamo che non è un’ipotesi molto negativa). Molti docenti si stanno rifiutando di essere sottoposti al test sierologico (davvero non so il motivo ma ci sarà) e si sentono trattati da “badanti d’Italia”, esposti alle irruenze virali di milioni di studenti “sputacchianti” bacilli recuperati in famiglia. Altresì ce ne sono molti (non so quanti perché le cifre sembrano esagerate) sopra i 55 anni e con “fragilità immunologiche” che mandano certificati. Mi immagino nel privato, nella fabbrichetta del sciur Brambilla, se un dipendente si presentasse con certificazioni sulle proprie “deficienze immunologiche” …

Tra i “garantiti” ci sono stati dei veri e propri dati in controtendenza: “Quando – al colmo della paura collettiva – si fece appello a medici ed infermieri volontari per andare nelle trincee bergamasche, le adesioni spontanee furono oltre dieci volte superiori alle richieste. Quella gente rischiava la vita: ed erano pubblici dipendenti, con posto fisso, che potevano starsene tranquilli nella loro sede in regioni meno problematiche. Eppure sono andati ed hanno fatto il loro dovere ed hanno dato una mano ad uscire dall’emergenza.” “Quando, a marzo, alcuni sindacati provarono a mobilitarli contro la didattica a distanza, sostenendo che – non essendo prevista dal contratto – non potesse essere chiesta, fu la base – molto prima del ministero – a sconfessarli. Il decreto legge che dava legittimità alla Dad venne un mese dopo. Ma intanto le scuole si erano spontaneamente riconvertite ed attrezzate: improvvisando, sbagliando anche. Ma non si erano tirate indietro e non si erano fermate.

Ma il problema rimane intatto, c’è un abisso sui doveri e le garanzie tra “garantiti” e gli altri, peggioreranno da qui a breve; finché va tutto bene in fondo si accetta un po’ tutto; quando le cose si mettono male si allargano i fossati, si cerca il nemico e l’untore.

Non mi venite a dire che “che non si può generalizzare”, perché, se si generalizzasse davvero, bisognerebbe valutare i risultati che, in genere, non sono lusinghieri e per i quali bisognerebbe, ogni volta, trovare la colpa nello Stato o nell'altrui.

Marco Cestelli

Nessun commento:

Posta un commento

Sii gentile, sii educato, sii costruttivo

Vogliamo “li sordi che ci cacciano in tasca dall’Europa, quelli che cce devono da”.

  Ho la spiacevole, ma netta, sensazione che il "glorioso popolo italico" non abbia contezza di cosa sia il  Piano Nazionale di Ri...