“Accade allora che in una successione di spasmi commemorativi ci si commuove periodicamente di tutto per non occuparsi stabilmente di nulla.” E' un male del nostro tempo "social", permettetemi di creare questo spazio personale di "onanismo dialettico e mentale", da un uomo qualsiasi che ha voglia di mostrare il suo pensiero. C'è chi mostra piatti e viaggi, chi il fisico o gatti e cani, io solo me stesso in modo NORMAMENTALE, mentalmente normale, di chi si sente in gabbia in un paese morente.
30 luglio 2020
Si può essere liberi di morire? Vorrei poter scegliere
27 luglio 2020
La pietà di oggi è il problema di domani? Le contraddizioni del nostro essere occidentali
20 luglio 2020
Non è detto che la DEMOCRAZIA sia la forma migliore
2084
"Quel giorno il Governo, ormai ridotto da tempo ad un mero consiglio di amministrazione nazionale, decise i parametri dei nuovi referendum: nel nuovo panorama democratico non esistevano più i partiti ai quali non credeva più nessuno, ridotti com'erano a semplici contenitori di mutevoli opinioni, rissosi e chiassosi, capaci solo di litigare sulla base del consenso vuoto e inconsapevole. I partiti non proponevano più visioni e progetti sociali ma gestivano soltanto il consenso attraverso raffinate analisi degli umori, banderuole al vento della sensazione, senza più uomini e leader capaci di dare un disegno del futuro prossimo venturo, legati sempre all'imminente sentire senza pensare ai giovani e al futuro. Pertanto l'unica soluzione fu la possibilità di creare un enorme consiglio di amministrazione nazionale parcellizzando la partecipazione di professioni e sensibilità, categorie e religioni, appartenenze etniche e sociali.
Quel giorno la neodemocrazia razionale doveva decidere se permettere la scelta
del colore della pelle e dei capelli del futuro figlio attraverso l'ingegneria
genetica nel concepimento in provetta, poi un referendum istantaneo
sull'introduzione di nuove centrali nucleari a fusione fredda per rispondere
alla maggior domanda di energia. Per il primo la commissione governativa
stabilì i parametri nel seguente modo: medici, biologi, filosofi e religiosi
coefficiente 2.3, laureati in materie tecnologiche 1.6, laureati in materie
umanistiche 1.4, diplomati 0.4 meno dei laureati, non diplomati, disoccupati e
massaie 0.6 il coefficiente totale, madri e padri aggiungono 0.2 al loro coefficiente
di cui sopra. Pertanto ogni voto non vale uno come ai tempi della democrazia
classica, bensì il voto viene pesato in base alle specifiche competenze."
Non si può imporre un regime democratico,
non funziona mai senza una laica presenza costante di principi etici condivisi
e comuni. Soprattutto non può esistere vera democrazia senza una diffusa
scolarizzazione e conoscenza storica, un'autonomia di pensiero e conseguente
capacità di analisi. Mi si potrebbe obiettare che le masse non possiedono quasi
mai tali caratteristiche, ed è vero; ma un tempo bastava il sano buonsenso e
una credibile esperienza di economia familiare per determinare una
partecipazione intelligente alle istituzioni democratiche.
Poi le cose sono cambiate negli anni per
pochi, profondi, circostanziati motivi: crollo del muro di Berlino e fine delle
grandi famiglie ideologiche post belliche
nuove tecnologie e conseguente globalizzazione dei sistemi di informazione,
commercializzazione e della finanza
fine della società basata sulla condivisione sociale, sulla famiglia, e inizio
della individualità tipicizzata ed esasperata
Se mettessimo idealmente questi
fattori in un mixer e lo scuotessimo ben bene otterremmo una società liquida
come quella che stiamo vivendo quotidianamente. Non esistono più le ideologie e
quindi neppure lo studio della storicizzazione delle medesime, non si
condividono pensieri e discussioni, non ci sono più partiti o pulpiti religiosi
che mediano il pensiero o che raccolgano gli umori sociali e comuni e li
riportino in alto nella politica democratica. Ognuno pensa di essere una monade
politica che partecipa al grande gioco della democrazia attraverso il filtro
della propria esperienza personale. Ognuno di noi ascolta solo quello che ama
sentire. Perché tutto questo? Perché i partiti sono diventati gestori di
consenso, raccoglitori di umori, propositori di sensazioni, erogatori di slogan
che prefigurano risposte semplici a problemi complessi. In poche parole la
politica e quindi la vita democratica non si basa sull'analisi e la
condivisione delle analisi e delle soluzioni, bensì si affida alle dinamiche
commerciali.
mentalmente normale, NormaMentale, Marco Cestelli
14 luglio 2020
Talvolta si ha l'illusione di vivere in un paese normale, "ma anche no"! (Autostrade)
10 luglio 2020
Il privilegio degli ... "ant'anni"
No, non c’è nessun privilegio ad avere “ant’anni”, molto
meglio “enti o enta”. L’età non regala gioia in confronto alla giovinezza. Però
un privilegio, noi Anta, lo abbiamo indubbiamente avuto: la musica.
Abbiamo avuto la fortuna di conoscere e la miglior musica
degli ultimi 100 anni, di viverla intensamente, e lo abbiamo fatto con la
ritualità, l’attesa e la conquista, che si riservano alle cose importanti.
“In principio furono i Beatles”, quelle canzoni, che ho
vissuto solo dopo che Yoko Ono (la strega maledetta) aveva ormai compiuto la
sacrilega opera di dissoluzione del gruppo musicale più famoso del mondo
(sempre che sia stata lei, non saprei davvero ma fa comodo dare la colpa ad una
icona negativa), furono l’inizio di una rivoluzione giovanile. Non è vero?
Forse no ma sono rimasti il simbolo di un momento storico: ragazzi c’è musica
per voi. Il mio maestro alle elementari,
li considerava, a posteriori, l’inizio della fine, roba da poco venduta per
molto, un’inspiegabile prodromo della decadenza dei tempi.
Poi le illuminazioni musicali presero a farsi serie: per me
Pink Floid e Genesis. Poi David Bowie e,
per i più moderati, Elton John. Ogni disco che avrebbe visto la luce veniva
anticipato da un tam tam di attese, li ascoltavamo negli stereo (magari)
rigorosamente in 33 giri.
E gli italiani? Battisti, De André, tutta l’epopea dei
cantautori, impegnati politicamente (sigh, sempre di sinistra) e i grandi
interpreti che ascoltiamo ancora oggi, Mina e la Vanoni, Mia Martini ...
Poi arrivarono le radio private, iniziò l’orgia musicale
degli anni ’80, l’equivalente della V Banda TV con le televisioni locali e l’esplosione
di Fininvest. Jeans Levi’s e Fiorucci, magliette Fruit of the Loom…
Noi ascoltavamo e commentavamo, partigiani di quello o di
questo, come quando si parla di calcio con la differenza sostanziale della
parità di genere: la musica riguardava anche le donne. Il miglior batterista (Ian Paice? Bonham? Phil Collins?) oppure chi il miglior solista di
chitarra elettrica, quado le Fender Stratocaster “piangevano e parlavano” in
assoli lunghi quando un pranzo, e dove Gilmour andava oggettivamente per la
maggiore (era anche di molto belloccio, il che non guastava). Il “povero Ringo
Star” l’unico vero sfigato (si fa per dire) della storia musicale: bruttino e
bravino ma … Beatles.
E le parole
dei cantautori divennero le nostre parole, le cantavamo assieme quando
trovavamo qualcuno che suonava la chitarra, le sapevamo a memoria. Erano vere
poesie e non ce ne rendevamo completamente conto, anche nella “leggerezza” de “la
canzone del sole” o nelle visioni intimiste e impegnate di De André, nelle prolusioni
“proletarie” di Guccini; per me e per molti furono letteratura viva, pulsante,
vitale.
I più
esotici leggevano classifiche straniere, “The dark side of the moon” in
classifica per un’era geologica dei primi 100 di Bilboard… E cresceva costante
e prepotente la mitologia anglosassone per cui l’Inghilterra sembrava la terra
promessa della civiltà e del progresso giovanile (ma quando mai).
Oggi
rimangono i ricordi e Youtube che ci dà tutto e di più, brani e concerti e
persino i testi con un click, e mi viene una tristezza vedere quegli eroi
musicali, ormai vecchiotti, che insistono a tenere capelli lunghi (bianchi o
tinti) e ballettare con movimenti pelvici sui palchi come facevano un tempo,
quando erano icone, modelli o veri e propri sex symbol. Ma sanno suonare e suonano
ancora perché la musica ’70 e ’80 si basava anche sul virtuosismo e non sui
computer e basi preconfezionate, e sanno cantare davvero … ancora.
Come ogni
generazione che si rispetti sento la musica attuale e la commisero pietosamente
quando l’unico davvero degno di essere commiserato sono solo io che invecchio e
“non capisco” come fecero con i miei gusti musicali ai miei tempi.
Ma c’è luce
in fondo al tunnel, grazie ad un film sono tornati e apprezzati i Queen, i miei
figli li ascoltano e cantano e io, da buon “Anta”, li guardo con aria di
sufficienza e compiacimento … “ah, allora anche voi …”
Mentalmente normale, NormaMentale, Marco Cestelli
08 luglio 2020
In ogni caso ... lasciate stare i pipistrelli
Una lunga
quaresima senza "pasqua" ci ha investito come un treno in piena
corsa: state a casa, tutto fermo, tutto congelato. "Potresti infettarti,
potresti infettare, ognuno faccia la sua parte, andrà tutto bene".
Mentre un
silenzio surreale regnava ovunque, uscivo con pudore, semiclandestino, per fare
la spesa per me e mia madre, con mascherina e guanti, con l'autocertificazione,
con l'ipotesi di un controllo delle forze dell'ordine, doveroso ma spiacevole.
Al supermercato dei “pretoriani” regolavano la fila degli ingressi, sguardi
bassi e laterali scrutavano il mio comportamento tra frutta e verdura, tra gli
scaffali, alla cassa, qualcuno ne sa sempre più di te anche di
Coronavirus.
Ogni sera,
però, trovavi conforto per il tuo impegno sentendo l'aumento dei
"positivi", quanti ricoveri, quanti deceduti. Una via crucis in cui
facevamo finta di non immaginare il disastro economico che ci aspetta
#andratuttobene.
Finché è
arrivata l'onda lunga del cretino, all'estero facevano i simpatici e stavano
peggio di noi, poi tutta una serie di” no al vaccino" "Si al
plasma" “No all’APP”, viva la Cina e Cuba che ci mandano gli aiuti veri,
abbasso la UE che non ci aiuta e non capisce. Poi mille ipotesi sul 5G, scie
chimiche, inquinamento quale veicolo, ecc... Pazienza.
Cosa
sappiamo di quello che è successo: sono morti prevalentemente anziani, con
problemi vari, in maggioranza poveri o soli nelle case di cura.
E ora? Nei
tg ci dicono festanti che ne muoiono pochi, come se quei pochi non fossero
uguali a quelli morti prima. Ah i guanti sono controproducenti.
Oggi le cose
sono molto cambiate, c’è una notevole rilassatezza, siamo più leggeri, la gente
è in strada e nei locali, mi dimentico spesso della mascherina, aspettiamo l’autunno
notando che in spiaggia il virus necessita di 4 metri di distanza, in discoteca
1 metro, al supermarket 1.8, nello sport pochi centimetri.
Ma quello
che mi spaventa di più (a parte la questione economica) è la continua,
incessante, reiterata contraddizione tra gli uomini di scienza:
La pandemia
è iniziata a gennaio, anzi a dicembre, anzi era tra noi già a ottobre
L’origine è
il pipistrello, anzi il maiale o il pangolino (ricordate l’HIV? Si trasmette
per vie sessuali proveniente dallo scimpanzé … ma come hanno fatto?)
Il virus è
tra noi, il virus è morto, sta mutando, sta morendo, sarà più forte di prima, a
ottobre sarà letale, il vaccino tra 18 mesi, a settembre è pronto, sarà pronto
ma il virus cambia, …
In pratica
stiamo vivendo questa estate come una sorta di ricreazione, finché c’è il sole e
l’estate prendiamoci una vacanza in attesa della tempesta (economica o virale)
In questo
marasma ci sono, però, 2 certezze: primo, un altro Lockdown in autunno non
siamo in grado di sopportarlo economicamente, secondo… nel dubbio, smettete di
mangiare pipistrelli.
Mentalmente normale,
NormaMentale, Marco Cestelli
03 luglio 2020
L'arte politica della Supercazzola: il popolo sovrano non sa più votare
01 luglio 2020
La scuola italiana dei "miracoli"
- la maggior parte dei concorrenti sono meridionali, che spostiamo al nord (dove ci sono posti vacanti) e poi tra legge 104, artifici vari riporto al sud.
- La maggior parte sono donne, più basso è il livello scolastico (dagli asili, primarie e secondarie) maggiore è la percentuale di donne insegnanti, più si sale (superiori e università) aumenta la percentuale di presenza maschile.
Vogliamo “li sordi che ci cacciano in tasca dall’Europa, quelli che cce devono da”.
Ho la spiacevole, ma netta, sensazione che il "glorioso popolo italico" non abbia contezza di cosa sia il Piano Nazionale di Ri...
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Amo l’Inghilterra a distanza e con la Manica in mezzo. Amo gli inglesi e la loro strenua capacità di innovare se stessi rimanendo fortemente...
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Un paese europeo difende la propria laicità e la libertà di stampa. Un giornale pubblica vignette di dubbio gusto, ma non sta a noi decide...
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Ci siamo sempre posti il problema di vivere, sopravvivere, curare, guarire, salvare; da millenni lottiamo contro la morte e la sofferenza ed...